Intervista a Daniele Cantoni

Day-Spa a Milano: Habits Culti

Articolo tratto dalla rivista Wellness Design N. 03
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Situata a pochi passi da Corso Vercelli ha aperto all’inizio dell’anno Habits Culti, day SPA cittadina dalla raffinata progettazione essenzialista, opera di Daniele Cantoni fondatore di SPA-Concept.

Al piano terra si sviluppano il caffè-ristorante Noy, dal sobrio design, lo spazio per la vendita di fiori, piante e di cioccolata e prodotti affini con marchio personalizzato e un locale per la commercializzazione di automobili. Un’ampia scala disegnata con semplicità ed eleganza, con i parapetti in cristallo e sormontata da un lucernario, porta al seminterrato dove si sviluppa la SPA. Il bancone all’ingresso che riprende i toni chiari e rilassanti delle pareti è accompagnato, come in una sorta di piazzetta, da sedie e panche disposte sotto ombrelloni in legno dai tessuti color panna. A sinistra si accede al percorso donne e a spazi di servizio con un ufficio e una zona trattamenti privata, a destra entrano gli uomini formando due percorsi distinti, tra loro paralleli, con in comune due stanze con le vasche di galleggiamento (utilizzabili alternativamente donne e uomini) e la zona relax.

Varcata la soglia della SPA si accede allo spogliatoio, accolti da colori alle pareti e a pavimento dalle tonalità beige che ben si accompagnano al legno caldo degli armadietti e ai tendaggi avorio che delimitano gli ambienti per il cambio d’abito. Un bagno ampio e razionale completa la zona. Un corridoio conduce verso i primi locali della SPA che sono le due stanze “comuni” che accolgono centralmente una vasca “nuvola” di galleggiamento a secco, locali che possono funzionare con o senza opera tori. Completano quest’area due cabine per i trattamenti nella zona donne e una in quella uomini.

Gli spazi successivi, la cosiddetta zona umida, sono caratterizzati da lastre di marmo chiaro, disegnate e tagliate una ad una e poi numerate per la messa in opera. Il bagno turco dispone di una feritoia verticale dalla quale entra un raggio di luce, riproducente l’elemento naturale, prodotto da un proiettore a soffitto la cui luce viene rifratta e indirizzata da un elemento verticale in cristallo. Le due vasche idromassaggio in marmo, singole e a forma di chaise longue sono autoigienizzanti, un unico tasto gestisce tutti i movimenti. La distanza tra le due postazioni è studiata per permettere un colloquio senza però invadere l’intimità del vicino. Il posizionamento ha tenuto conto delle ispezioni tecniche necessarie per la manutenzione per mettendo un giro completo tutt’intorno.

La stanza docce non ha porte e prevede una lama d’acqua e un getto variabile, oltre a due sedute da cui usufruire della nebbia fredda. L’ambiente si sviluppa su un piano unico con la pendenza diretta verso lo scarico doccia. Il locale hammam dall’ampio piano e dalle pareti riscaldate completa la zona umida. Le vaschette ai lati del piano non dispongono di troppo pieno, ma bensì un sistema di raccolta delle acque le indirizza verso lo scarico della doccia posta di fronte. Un particolare sistema di ricircolo dell’aria contribuisce al mantenimento costante della temperatura in tutto il locale e nei suoi elementi.

L’essenzialismo e l’eleganza, caratteristiche tipiche dei progetti di Cantoni unitamente all’attenzione nel facilitare pulizia e manutenzione, raggiungono in quest’area della SPA l’espressione massima; la fessura centrale a pavimento, unico elemento di scolo del locale è un ulteriore particolare che contribuisce a impreziosire l’ambiente. Al termine dei percorsi la zona relax accoglie gli ospiti coi suoi lettini e il suo pavimento ligneo. Sulle pareti laterali armadiate sapientemente mascherate raccolgono i volumi tecnici.

Qual è la prima cosa cui hai pensato nel progettare la SPA di Habits Culti?

Prima di iniziare la progettazione, è nostro uso intraprendere una serie di incontri con la proprietà, per determinare quali siano i “reali”obiettivi, supportandoli con un meticoloso business plan dell’area. In questo caso, un insieme di fattori (la proprietà, il marchio, il quartiere, i contatti già esistenti) ci ha fatto propendere per una realizzazione che avesse un posizionamento di mercato molto alto. 0ggi (ad alcuni mesi dall’apertura) possiamo affermare che tale scelta è stata vincente, e premiata dall’attuale clientela. Per questo target, abbiamo progettato una SPA, che potesse diventare per i clienti “una piccola vacanza” nel pieno centro di Milano, e allo stesso tempo un luogo dove il businessman potesse intraprendere un percorso di “lavoro” con un cliente (come nelle antiche terme romane), senza dover ricorrere al solito ufficio o ristorante; a tal proposito, sono state realizzate delle strutture che permettessero un percorso accoppiato, idoneo per entrambi gli obiettivi.

Quali materiali avete usato?

Marmo, vetro e legno, ma soprattutto marmo, di un unico colore, lavorato e posato con tecniche particolari; come ad esempio per la posa in opera delle due coppie di vasche idro (a forma di chaise longue) in massello di marmo. Per ottenere uniformità di sfumature, i nostri marmisti iniziano selezionando direttamente nelle cave solo il “fiore” di nostro interesse inoltre la lavorazione al laser e la posa numerata d’ogni singola piastra, ci permettono di eseguire volumi e curve, difficilmente realizzabili con questa materia. Tutti i pavimenti di legno sono drenanti, per permettere l’aerazione e la pulizia dell’area sottostante, il vetro satinato è stato utilizzato nelle porte dell’area umida, come divisorio per le zone interne, e per rivestire alcune pareti.

Da cosa è riconoscibile un vostro progetto?

Esteticamente da un estremo “purismo” nelle forme e nei materiali, da un attento utilizzo della luce solare, anche con canali di rifrazione dove non è possibile averla diretta; per intenderci: non abbiamo mai progettato né realizzato un cielo stellato a fibre ottiche. Da una grande attenzione nella realizzazione di “percorsi”, in sinergia con le future proposte commerciali dell’area e in sintonia con la “mission” della proprietà. Nella sostanza siamo riconoscibili dal fatto che i nostri progetti architettonici seguono le indicazioni di un business plan (da noi realizzato), e non viceversa.

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