L'esperto di Spa risponde
Piscina interna ed esterna?
Pierpaolo di Torino (TV) chiede: Egregio dott. Cantoni, il nostro studio si trova nella fase finale della costruzione di un grande centro benessere, inserito in una struttura a nord di Torino. Il progetto prevede oltre a varie cabine umide ed un’ampia zona beauty e relax, due piscine, un’interna ed un’esterna, ad uso esclusivo dei frequentatori dell’area benessere. Le due piscine dovranno funzionare tutto l’anno, per questo motivo l’impresa appaltata ci ha consigliato di separarle, per evitare che un collegamento possa raffreddare l’acqua di quella interna, evitando così una spesa eccessiva per mantenere i 34 gradi previsti. Cosa ci consiglia di fare?
La risposta dell’esperto di Spa
L’anno scorso, nel corso della una realizzazione di una SPA alberghiera, con alcuni miei collaboratori ci siamo posti l’identico problema. La SPA si sviluppava in un’area di 1.100 mq., anch’essa aveva due piscine circolari con una temperatura di 33 gradi e vari idro-movimenti, quella interna era di 90 mq., l’esterna di 85 mq., collegate (da progetto) con un cataletto di 4×1,50 m. di larghezza. Anche qui “qualcuno” ci insinuò gli stessi dubbi: l’aumento dei costi di riscaldamento dell’acqua, la maggior evaporazione, ecc. Alla fine dopo un’analisi, ci rendemmo conto che l’aumento del costo di riscaldamento non esisteva, visto che l’acqua esterna doveva in ogni caso essere riscaldata (quindi l’acqua interna non percepiva nessuna variazione), non solo, l’unione ci permise di utilizzare un unico sistema: per la filtrazione, per la vasca di compenso e relativi sistemi di controllo, per i filtri, per le pompe, per gli scambiatori, per il sistema di livello e per la centralina di dosaggio cloro e ph. ecc.
Anche se in certi casi il dimezzamento delle tecnologie comportò un relativo aumento della potenza dei singoli “pezzi”, il risultato fu un risparmio di oltre 18.000 euro, ed una leggera diminuzione dell’assorbimento elettrico. Ciò nonostante, provate a chiedere ad un vostro cliente, come preferirebbe raggiungere in inverno, una calda piscina esterna: a nuoto o a piedi. Il tono con cui vi risponderà basterà per farvi prendere la giusta decisione.
Hotel con piccola zona relax?
Simone di Roma chiede: Egregio Daniele Cantoni siamo una famiglia d’albergatori di Roma, stiamo pensando di trasformare alcune zone (attualmente utilizzate come ripostiglio) in un centro benessere destinato anche ad una clientela esterna. Come possiamo valutare se l’operazione è realmente necessaria e se e quanto ci potrà rendere? Grazie.
La risposta dell’esperto di Spa
Caro Simone, alla domanda inerente la necessità, (anche senza conoscere le caratteristiche del suo hotel) le rispondo “si”, attualmente sono pochissime le strutture che non necessitano di tale “trasformazione”. Oggi quel valore aggiunto che negli anni “60 era dato dal bagno in camera e negli anni 80 dal frigo bar e televisione, è percepito dal cliente quasi unicamente come area benessere. Sono convinto che come ci è difficile immaginare nel 2004 una stanza d’albergo senza bagno e televisore, nel 2009 ci sembrerà strano un hotel senza una “piccola” zona relax.
Se la cosa le può sembrare avveniristica, le rammento che questa situazione, si sta già verificando da qualche anno in Trentino Alto Adige, dove, per primi in Italia, gli albergatori hanno promosso questa “tendenza” che ormai si sta espandendo a macchia d’olio. Come sapere “se” e “quanto” vi potrà rendere? Le consiglio di contattare un consulente “specializzato” nel settore benessere, che possa organizzarle un meticoloso Business plan, con il quale lei potrà sa pere, come e quanto le potrà rendere l’operazione, oltre ad indicarle, quale sarà il tipo di centro benessere più adatto per raggiungere il suo obiettivo.
Differenze tra bagno turco e calidarium?
Francesco di Cuneo chiede: Se fosse possibile vorrei sapere dal vostro esperto che differenza c’è tra un “Bagno Turco” ed un “Calidarium” moderno, e quali sono i loro effetti?
La risposta dell’esperto di Spa
Il bagno turco e il calidarium moderno sono due locali con immissione di vapore acqueo (90% di umidità). Si differenziano unicamente dal fatto che, nel calidarium le sedute hanno un proprio riscaldamento interno (37 gradi), prodotto da resistenze elettriche o tubi d’acqua calda. L’effetto è molto simile, entrambe favoriscono la sudorazione; solo che nel bagno turco all’apertura mattutina, per avere le panche “calde”, si dovrà attendere che il materiale con cui sono state costruite ” possa assorbire per differenza” temperatura dall’ambiente interno, che come lei saprà è di 45°.
Cos’è una vasca di reazione?
Manuele di Taranto chiede: cos’è una vasca di reazione e come va costruita?
La risposta dell’esperto di Spa
La vasca di reazione è un contenitore d’acqua gelida, delle dimensioni che permettano l’immersione totale di (perlomeno) una persona. Normalmente si utilizza dopo una sauna per creare una reazione, in sostituzione di un tuffo nella neve o nelle gelide acque di un laghetto, come richiederebbe la migliore tradizione finlandese. Spesso sono costruite di forma cilindrica, di legno o cemento rivestito di mosaico, e la norma prevede che abbiano un controllo dell’acqua come quello di una “piccola” piscina, quindi estremamente onerose se rapportato alla superficie d’acqua. Nelle aree benessere italiane è poco utilizzata, in alternativa sono preferiti sistemi di reazione meno d’urto, come la cascata di ghiaccio o la nebbia fredda con essenza alla menta.
Quale sdraio o poltrona usare?
Damiano di Ancona chiede: Egregio Daniele Cantoni, stiamo ultimando l’arredamento di una zona relax, e siamo indecisi sul tipo di sdraio o poltrone da utilizzare. Esiste qualche regola da seguire?
La risposta dell’esperto di Spa
Vere e proprie regole non esistono, se non quella che il cliente deve stare estremamente comodo, e possibilmente con le gambe all’altezza del cuore. Non conoscendo lo stile dell’area in questione mi è difficile indirizzarvi, comunque sono da preferire le chaise longue, con due inclinazioni (da lettura e da relax), meglio se in materiale lavabile e ad alta traspirazione.